1321 - 2021
700 Anni dalla scomparsa di Dante

Archivium

Dante e Virgilio

1321-2021

Ulisse Sartini, protagonista tra i più significativi dell’arte contemporanea, celebra Dante nel VII centenario dalla scomparsa con quattro tele, entrate a far parte della Collezione Archivium, collegate da un filo conduttore, l’amore:Paolo e Francesca per l’Inferno, Matelda peril Purgatorio, Vergine Madre per il Paradiso; e infine Dante e Virgilio, emblema del viaggio. Paolo e Francesca nel celebre canto V, sono i personaggi scelti a rappresentare l’Inferno dall’Artista, e immortalati nel momento fermato dal Poeta: “Galeotto fu il libro e chi lo scrisse”. Sembra tornare nella rappresentazione del Maestro lo sguardo di compassione del Poeta, pur nel giudizio di condanna. Sul personaggio di Matelda, che Dante incontra nel Paradiso terrestre, prima di Beatrice, la critica ha lungamente discusso: personaggio storico come gli altri presenti nella Commedia o rappresentazione emblematica, la donna con la sua bellezza assoluta rispecchia la condizione umana prima della caduta del peccato originale.

Dante e Virgilio

2008

Olio su Tela 50 X  60

INIZIATIVA

Sartini: nel fulgore della bellezza Matelda ha in mano un bouquet di fiori, e si erge a simbolo di innocenza e purezza. “Vergine Madre, figlia del tuo figlio”: così San Bernardo di Chiaravalle, nel XXXIII ed ultimo Canto della Commedia, si rivolge alla Vergine perché sia concessa a Dante la grazia di vedere Dio. Bernardo, il grande teologo mistico del XII secolo, sostituisce Beatrice nell’ultima tappa del viaggio, ed è accanto a Dante nel momento supremo della visione intuitiva di Dio: ”Da quinci innanzi il mio veder fu maggio che ‘lparlar mostra, ch’a tal vista cede, e cede la memoria a tanto oltraggio”. Il volto della Vergine si offre nella rappresentazione di una pace e di una serenità assolute. Circondata da angeli messaggeri di luce, la Madonna “ha lo sguardo rivolto in basso e le mani giunte nell’atto di pronunciare il suo sì. Perché fu quello il momento in cui, compiendosi il disegno divino su di Lei, diventa alta più di ogni creatura, senza mai perdere tuttavia la modestia e la semplicità”*. Lo sfondo, in cerchi che richiamano i gironi danteschi, è quell’ ”embriocosmo“ “simbolo inedito, suggestivo e misterioso”* che racchiude per l’Artista il mistero della creazione e della vita.

Sullo sfondo dei cerchi si stagliano anche le due figure di Dante e Virgilio. Il volto di Dante è in primo piano, l’espressione altera e il gesto della mano lo proiettano sul cammino che ha davanti; in secondo piano Virgilio, unito idealmente a Dante dalla corona d’alloro che cinge il capo di entrambi, eterno simbolo di poesia. Ma a Virgilio l’Artista non ha voluto donare un volto “poiché per me rappresenta il sapere, la saggezza, qualcosa che opera nell’inconscio fondendo diversi slanci”* La Fondazione Federico II accoglie l’opera di Ulisse Sartini “Dante e Virgilio” nel luogo dove operò la Scuola poetica siciliana, il cui contributo fu di fondamentale importanza per il Padre della lingua italiana.

*Dall’intervista di Don Antonio Tarzia a Ulisse Sartini, ”Maria con te”, settembre 2021.

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